Nei

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I nevi, comunemente denominati nei, non sono, nella maggior parte dei casi, pericolosi.

Si tratta di proliferazioni benigne all’interno della cute, di aggregati di cellule (i melanociti) che contengono un pigmento nero, la melanina.

I nevi possono essere localizzati in qualsiasi parte del corpo, sulla cute, sulle semimucose e mucose (labbra e cavo orale, genitali esterni, regione perianale), sulla congiuntiva (parte interna delle palpebre) e persino sulla sclera (parte bianca dell’occhio).

Alcuni sono presenti sin dalla nascita (10 – 15%); i più, però, compaiono entro i primi anni di vita. E’ possibile, tuttavia, la comparsa di nei anche in età adulta (essa, infatti, è ritenuta normale fino a circa trent’anni di età).

Il numero dei nevi dipende sia da fattori ereditari sia dalle esposizioni alle radiazioni solari. Ogni individuo ne ha in media 20 – 30, e fino ad un numero di circa 50 rientrano nella norma.

Si presentano come macule della pelle, piane o a rilievo rispetto alla superficie cutanea, di forma rotonda o ovale, dai contorni netti, di colore omogeneo a volte sfumato nella periferia, generalmente variabile dal marrone chiaro al marrone scuro, talvolta tendente al nerastro e di diametro generalmente non superiore ai 6-7 mm. Forse qualcuno resterà deluso nel sapere che quelle macchie scure della pelle di dimensioni più o meno grandi, che l’immaginario collettivo ha da sempre chiamato “voglie” attribuendo la loro origine ad ipotetiche e assurde necessità o desideri della madre durante la gravidanza, sono per l’appunto nevi.

I nevi di una stessa persona sono generalmente poco diversi gli uni dagli altri e questo rende più facile individuarne uno che presenti caratteristiche marcatamente differenti, al punto da spiccare tra gli altri e farsi notare, come fosse il “brutto anatroccolo”, o che insorga improvvisamente e che si comporti in modo sospetto con modificazioni rapide di uno o più dei parametri A – B – C – D – E  di seguito illustrati.

 L’alfabeto della pelle

A    

ASIMMETRIA: quando un nevo è asimmetrico o lo diviene, ovvero quando una metà non corrisponde all’altra.

B       

BORDI: quando i bordi sono irregolari, frastagliati e tali da ricordare una carta geografica, mal delimitati.

C

COLORE: quando si nota una variazione del colore originario con la comparsa di sfumature nerastre, grigie, blu o rossastre (colore variegato), oppure quando il colore tende a regredire in una zona del nevo, come se venisse “consumato” o “eroso”….

D      

DIMENSIONE: quando le dimensioni superano i 6 mm di diametro.

E        

EVOLUTIVITA’: quando, nell’arco di poche settimane o mesi si verificano modificazioni nella forma, nel colore, nelle dimensioni del nevo, quando diviene rilevato e palpabile (cioè passandovi sopra il polpastrello si può apprezzare al tatto un rilievo rispetto alla superficie cutanea), oppure quando sanguina spontaneamente.

Va ricordato, inoltre, che i nevi sono solitamente del tutto asintomatici e cioè in condizioni normali non danno alcun segno della loro presenza. Per tale motivo è necessario porre molta attenzione ad un nevo che da una sensazione soggettiva della sua presenza, simile ad una tensione o fastidio locale mal definibile, prurito o bruciore, che durino più di una settimana.

Anche quest’ultima caratteristica può essere facilmente memorizzata classificandola con la lettera F (FASTIDIO).

QUANDO UNA O PIU’ DELLE SOPRA CITATE CONDIZIONI SI VERIFICA, E’ INDISPENSABILE SOTTOPORRE LA LESIONE ALLA VALUTAZIONE DI UN DERMATOLOGO ESPERTO DERMATOSCOPISTA.

E’ importante ricordare che i nevi sono formazioni pigmentarie benigne: talvolta, però, sono localizzati in sedi corporee ove possono risultare sgradevoli fino a rappresentare un problema estetico, a volte invece possono degenerare e trasformarsi in un tumore maligno ed aggressivo che si chiama melanoma.

E’ estremamente importante, quindi, imparare a conoscere la localizzazione e le caratteristiche dei propri nevi, per poterli controllare periodicamente effettuando l’autoesame della pelle e un controllo specialistico almeno una volta all’anno. Nel caso in cui fosse identificata qualche lesione di natura o evoluzione particolarmente dubbia ne sarà consigliata l’asportazione chirurgica e l’esame istologico.

La lesione verrà tolta con la tecnica che permetterà sia la sua completa asportazione sia la miglior cicatrice possibile ed in circa una settimana si avrà il riscontro istologico della stessa.